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6500 Bellinzona (Svizzera)
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email: pinguinartista@gmail.com
web: vincent-gregory.blogspot.com/
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Opere
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addio 2003
watercolor
on
board,
50x50 cm,
2003
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pinguine al tramonto
mixed media
on
board,
30x30 cm,
2004
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pinguini al tuffo
watercolor
on
board,
50x50 cm,
2004
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pinguini nel bigban
watercolor
on
board,
50x50 cm,
2004
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pinguini nel blu
watercolor
on
board,
50x50 cm,
2004
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pinguini nel cosmo
watercolor
on
board,
50x50 cm,
2004
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pinguini nel vortice
watercolor
on
board,
50x50 cm,
2004
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pinguini nella notte
watercolor
on
board,
50x50 cm,
2005
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pinguini tra le correnti
watercolor
on
board,
50x50 cm,
2004
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pinguini tra le correnti
watercolor
on
board,
50x50 cm,
2004
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Biography:
Da quasi vent'anni realizza esclusivamente pinguini.
Ha sostenuto diverse esposizioni anche internazionali.
Le sue opere sono presenti in diverse collezioni: svizzera, italia, francia, germania, stati uniti, messico e vanuatu (polinesia).
PERCEZIONI – Centro Culturale ZEROUNO
Barletta BA (I) 8 .04 – 19.04.2007
Fondazione De Nittis BIENNALE CULTURE A CONFRONTO (IV edizione)
Castello di Trani BA (I) 19.05 – 6.06.2007
Castello di Barletta BA (I) 30.06 – 15.07.2007
VENTIPERVENTI – Officina Creativa LINEA D’ARTE
Napoli (I) 20.06 – 10.07.2007
GALLERIA OLDRADO DA PONTE
Lodi MI (I) 7.12.2007 – 6.01.2008
FONDAZIONE CLINICA VARINI - ORSELINA
Locarno CH 7.12.2007 – 30.06.2008
Tutti i giorni 09.00 – 20.00 (entrata libera)
AZZURRA “Napoli nel cuore” CASTEL DELL’OVO
Napoli 23.01 – 10.02.2008
ASPETTANDO MUSES CentroCulturale MADAU
Chiaramonti SS (I) 29.03 – 12.04.2008
Vincent Gregory partecipa a PERCEZIONI (08-19 aprile 2007)
a cura di Anna Soricaro
al Centro Culturale ZEROUNO di Barletta
…Riconducendo la sfera umana alla famiglia pennuta degli Sfeniscidi Vincent, ritrattista
pinguinista per eccellenza, affronta una nuova ricerca artistica dei suoi stereotipi.
I pinguini, uomini a colori piattamente allineati vengono soverchiati dalla materia, a
stento si intravedono i tratti. Avviando una denuncia contro gli uomini, nei suoi lavori
sagome piumate a colori, il genere umano è quasi cassato, ovattato da nubi, segno di un
declino incondizionato. Il gruppo, protagonista dei suoi lavori, si sfalda, lasciando spazi
a piccoli segni percettibili solo da osservatori attenti: si affina, intrigandosi, l’arte di
Gregory, elegantemente si adegua ad una ricercatezza elevata, degna di lusinghe,
inevitabilmente pregiata dopo la lunga esperienza di serie…
Testo tratto dalla presentazione della mostra di Anna Soricaro; testo integrale,
comprendente gli altri artisti partecipanti, su: www.zero-uno.org
L’uomo che dipinge i pinguini
Testo di Eros Costantini 1998
La ripetitività del soggetto come riflesso caricaturale, ironico, sarcastico, erotico e anche metafisico
della condizione umana. Quindi non sono tanto i pinguini l’assunto di tante opere che hanno come
tema ricorrente questi simpatici uccelli, ma sono uomini, donne e bambini; è un’umanità in un certo
senso antropomorfica quella che con pazienza e precisione da certosino Vincent Gregory allinea nelle sue opere. Niente comunque a che fare con l’antropomorfismo di stampo disneyano. Piuttosto
una ripetitività, una quasi inesorabilità ritmica sempre diversa quanto inarrestabile come, per fare
un esempio musicale, il “Boléro” di Ravel.
Guardiamole allora le bizzarre opere di quest’artista giramondo. Se ci si attarda sul coinvolgente
“presi nel vortice” si è quasi presi da vertigine. Basta tuttavia spostare lo sguardo su “giro, giro tondo” o “bellezze al tramonto” per ritrovare equilibrio e dolce abbandono. Attingono invece alla
attualità, anche drammatica, “alla ricerca di quale felicità?”, “cloni come robot” e “bloccati nel traffico”. Ne elenco solo alcuni. Personalmente mi divertono molto e a volte mi ”intrigano” i “pinguini
sommeliers”, fitto di etichette di grandi marche di vini; la serie dedicata ai pinguini impiegati, positivi, nella giungla, in topless; quelli filosofici-meditativi come “il fiume della vita”, “tra le correnti fredde”
e altri ancora in cui traspare la predilezione dell’artista-pinguino per scrittori quali Kafka, Hesse,
Garcia-Màrquez e per maestri del colore come Klee, Gaugin, Mirò e altri. Al di là di quel polare
uccello, che non vola ma nuota come un pesce, nel quale l’artista riassume il mondo e l’umanità in
generale, la sua si rivela una pittura chiara, liquida, vivacissima, un movimento brulicante di forme e colori molto diversi da opera a opera.
L’occhio sovente si incanta e invita la mente a una minuziosa lettura dei particolari che nulla tolgono alla luminosa e contrastante “monumentalità” dell’insieme. Non si esagera affatto nel dire che è una specie di monumentalità la pinguinesca opera racchiusa in oltre duecento quadri.
Se ci si attarda sui lavori che hanno preceduto la sua quasi insana passione per gli esponenti dell’ordine animale degli Sfeniscoformi, anche chi ha poche chiavi per penetrare a fondo nel demanio dell’arte (come il vostro cronista) non può non tirare strani e magari azzardati paralleli con il mondo fantastico e bizzarro del grande pittore fiammingo Jeronimus Bosch. Benché totalmente diversa e coercitiva nella ripetizione del soggetto centrale, la sua pittura rivela qua e là una proliferante selva di ossessioni e simbologie erotico-sessuali (senza complessi e alla spiaggia in topless), mistiche (rosso di sera pinguino spera), esistenziali (alla meditazione). Molte delle sue opere le si può anche considerare lettere d’amore che i pinguini dovrebbero riuscire a portare lontano. Da quanto si intuisce e da quanto ho osservato, l’impatto con la gente è sempre maggiore e queste specie di lettere-pinguini varcano gli oceani.
Uscendo dall’atelier, con la testa ancora giocosamente affollata di pinguini e di sentimenti in bilico fra il nostro mondo e quello degli animali, penso che deve pur esistere un compromesso fra la straordinaria longevità dei pappagalli e l’effimera esistenza delle farfalle, così come fra il riso della iena e la mestizia del bue, ma anche fra il nostro modo di vivere e quello (perché no?) dei pinguini. Sicuramente la risposta è celata negli affollati quadri e mi è sfuggita. Be’, è un’occasione per rifargli visita. Intanto, almeno un pinguino, giù in Patagonia o al Polo Sud, sono certo che continua a chiedersi se sia un uccello o un cameriere.
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Curriculum vitae:
l vortice rappresenta l'esigenza della mente di non alienarsi come i pinguini attratti dall'infinito dove vengono risucchiati, l'apparente vicinanza con Escher è solo un fatto ottico, in fondo lui costruiva le sue composizioni per crearne altre. Le tue sono perfettamente sempre contestualizzate nel vortice e questo da una parte induce alla meraviglia e dall'altra all'angoscia. Mi sembra di capire che tu stai in mezzo. Complimenti.
Giovanni Nappa (crtico d’arte, Napoli)
BREVE BIOGRAFIA
Vincent Gregory artista, grafico e illustratore, nasce a Stresa (I) Attualmente vive e lavora a Bellinzona (CH).
Ha sostenuto diverse esposizioni (personali e collettive) in Svizzera, Italia, Europa, USA e Messico. Le sua opere si trovano in diverse collezioni pubbliche e private in CH, I, EU, USA, MEX e recentemente anche a Vanuatu (Polinesia).Da quasi vent'anni realizza esclusivamente pinguini.
Vincent cerca Gregory
Apparente ricerca di ordine e giustizia, Vincent Gregory offre un caleidoscopio di colori e di pinguini che svolgono diligentemente il ruolo che l’artista gli assegna.
Apparente ricerca di ordine e filosofia, pinguini e pinguini mai anonimi, sempre intenti a svolgere il loro compito nella società operosa che chiede produzione massima.
Apparente ricerca di ordine e passione, come il vortice del cuore; fibrillino i pinguini senza volgersi e senza soste per non perdere la gioia del provare.
Apparente ricerca di ordine e del disordine, dove tutto sembra perfetto e solo l’illusione rende vera l’imperfezione, solo il gioco delle apparenze fa gustare la creativa concezione del ricreare.
Apparente ricerca di ordine e illusione, come da bimbi nel castello incantato con le mille luminarie del luna park e delle sue musiche suadenti.
Apparente ricerca di ordine e certezza, solo apparente.
Apparente ricerca di perfettibile che l’artista elabora ossessivamente come addentando una fetta di pane e cioccolato; ci si sporca un po’ ma alla fine il gusto è appagato.
Apparente mondo di ricerca di un mondo alla ricerca di un mondo di pinguini volti alla ricerca di soluzioni volte alla ricerca dell’effetto che solo con i pinguini svolge la ricerca.
Apparente Vincent che disegna Gregory che declama Pinguinarte che sostiene l’artista.
Ricerca apparente, disegni apparenti, dipinti a parete.
Nello svolgere del cammino i pinguini si sollazzano, si circuiscono, si inebriano del fare e del partecipare; si dirà sono solo pinguini: infatti, creature animali che rispettano l’uomo e lo salvano in gabbie di mostre.
Eppure i pinguini che guardando la gente che li guarda pensano: “ poverini tutti uguali, chiusi in stanze chiuse, alienati in spiegazioni plausibili, incatenati ai modelli ed al costume, noi almeno del costume possiamo farne a meno!”.
Vincent cerca ordine e i pinguini lavorano di notte nella sua mente incessantemente.
Vincent cerca il gioco e i pinguini giocano nella memoria come sul pak.
Gregory pensa alle mostre e i pinguini si installano su tele e carta per mostrare l’arte di Vincent.
Gregory colora e dipinge e i pinguini scelgono toni e colori come dal sarto di grido.
Società e abitudini, costumi e modelli, indirizzi e ideologie, ma questo i pinguini lasciano che a pensarci sia l’artista.
Crea e ricrea, disegna e dipinge e con l’incanto della poesia narrante il mondo si compie di immagini di pinguini, diligenti e onirici, giocosi e operosi, come nel libro delle fiabe che non bastano mai ai richiami del sonno.
Insostenibile passione o ossessionante bisogno, chiese il giudice all’uomo sul banco.
L’uomo alzò lo sguardo e vide la mostra, si passò la mano sull’anima e divenne un pinguino.
Il giudice si stropicciò gli occhi e senza credo, ma con carte alla mano cominciò a disegnare pinguini.
Tutti nell’aula, colti da improvvisa passione si misero in giro a decantare i pinguini.
La mostra dell’artista aveva lasciato nei cuori e nelle menti un nuovo ordine e i pinguini aleggiavano di giorno e veleggiavano di notte senza sforzi ne accelerazioni, incessanti e pacati regalavano al mondo dipinti e arte.
Vincent seduto nel suo studio guardava dalla finestra il cielo stellato ed un pinguino in deltaplano con uno striscione recante la scritta: Gregory dormi che al resto ci pensiamo noi!.
Incanto e ripetitività come ordito cesellato e ben ordinato, rapporto di una società decadente con i suoi biasimi e la condizione umana da sfondo perenne nell’abisso del disordine e l’artista che elabora con efficace metafora il senso nuovo del vissuto.
In fine e per chiudere, una domanda a chi legge: Poesia e incanto o ordine e società ?
La risposta nelle ultime opere dell’artista che elabora una teoria archeologica sulla base di ritrovamenti di disegni primordiali in grotte arenarie delle coste svizzere.
Ma il mare in svizzera non c’è !
Ecco perché la scoperta è di primaria importanza scientifica.
I pinguini già lo sapevano da millenni.
Gianni Nappa 11/11/07 Napoli
Vincent Gregory – l’artista dei pinguini
Testo di Loredana Muller 2005
Vincent si è sempre occupato di disegno (negli ultimi vent’anni quasi esclusivamente
pinguini), di segno-lineare che una volta tracciato abbia già compiuto il suo viaggio, il
suo racconto. La sua operazione di artista-grafico, inizia dai suoi supporti bianchi,
dove un attento disegno grafico si allarga a macchia d’olio, come struttura o frattale,
come motivo che segue assillato un tema sul correre, sul fare, sulle contraddizioni
della società di massa. Oggi questi uomini-pinguini-cellule partono dalla stessa
matrice-mano, ma si relazionano sempre più al colore, cosa che era già avvenuta in
parte dopo il primo periodo di solo bianco e nero. In questo ultimo ciclo di lavoro,
Vincent sembra vivere sempre più il colore, inteso come moto d’animo ed emozione.
Attimi grafici sembrano perdersi in atmosfere pittoriche, la pittura diviene mare, o
“Mare Nostrum”, acqua, sole, aria, colore come sospensione e attimo, momento
Intimo e tonale. Come accolto e in ascolto ora l’uomo-pinguino traccia visibili solo
becchi, o ali, o occhi, la massa-macchia cromatica e in attenta fibrillazione e accende
passaggi e trasparenze inattese. Sicuramente è intrapreso un cammino meno
sicuro negli intenti ma in “magia” di attuazione è forte nella presa a carico dell’im-
macinazione, suggerisce attimi cromatici e diviene attimo poetico. Il cerchio sembra
chiudersi e aprirsi all’infinito, proprio per questa grande genesi che richiama in ogni
istante la ri-nascita come atto di coscienza, si chiude e si apre come attimo poetico
(imago-immagine) individuale. Ancora una volta è l’individuo che può non perdersi,
sembra dirci l’artista.
Vincent Gregory – l’artista dei pinguini
Testo Valeria S.Lombardi Dott.ssa Storia dell’arte contemporanea
L'arte pittorica e disegnativa dei pinguini di Vincent Gregory lascia davvero meravigliosa,
toccante per lo splendore, per le emozioni che in un piccolo soggetto ci saprà regalare.
E poi è stata l'abilità creativa,quasi giocosa dello stesso artista Vincent Gregory a saperla
negli anni così plasmare,rendere sempre attuale agli eventi. E difatti è una arte contem-
poranea. La bellezza di quest'arte non si è fermata sui dettagli: ad esempio facendo
pinguini di Magellano, o pinguini di Hubolt o pinguini di Adelia, ma bensì ha azzerato le
differenze e le asprità, per descrivere un mondo compatto, sincero.
Sorprende non poco che durante tutta la storia dell'arte un così grazioso e buffo uccello
Non sia mai stato raffigurato a qualche pittore. Sorprende ancor di più in quanto la scoperta
del Polo Sud risale circa al 1820 e poco di lì nel 1889 ci fu la Esposizione Universale a Parigi
con il mito del Esotico(anche se questo esotico venne visto più a livello di sintetismo ligneo
carico dei sapori dell'arte africana o negli estremismi di Paul Gauguin andando a cercare
popoli ancora naif fino a giungere alle isole Marchesi) e cosa allora si potrebbe dire di
questi adorabili amimaletti-uccelli...loro se ne sono stati per secoli a vivere nel loro immutato
paesaggio,con quel passo un pò goffo,con quel pelo che sembra un piccolo frac,che sempre
camminano in gruppo : fila indiana,oppure nidificando si mettono in circolo anche per tener
maggior calore.Questo è quello della loro natura...Vincent Gregory è riuscito a darli anche
nuova vita:in realtà sotto il lavoro dell'artista vi è anche una parte ironica:no tanto in questa
odierna società consumistica e massifficante quello di dover sempre stare assieme,fare
gruppo,magari rumore....e noi esseri umani che ci consideriamo a libero arbitrio di essere
gli unici di esserci discostati dal mondo animale, perchè i migliori....non vediamo invece
quanto poi abbiamo ancora di retaggio ad esempio appunto con i pinguini!
Ma è la sapiente perizia di Vincent Gregory a dar forma a lavori come ""pinguini sotto il sole",
"pinguini sotto la cascata" o nello splendido "tutti presenti". Per un'artista come Vincent
che ha dedicato la sua vita a questo delizioso uccello davvero a tutti gli onori i suoi pinguini
gli dovrebbero conferire una medaglia fatta di ghiaccio con un nastro fatto da una spina di pesce.
Ed a nome di loro (che stanno preparando tutto ciò) plaudo a Vincent Gregory,non solo
per la pazienza e dedizione, ma per la resa pittorica e soprattutto per quel dato ironico che
pone questi adorabili pinguini in una veste contemporanea, ma così da rischiare ad estinguersi.
Ci sarà sàprà papà Gregory...
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Ultimo aggiornamento:
martedì 11 Marzo 2008
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9/2/2007
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